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Vi racconto come morì Papa Luciani In evidenza

Alla sua morte il mondo rimase incredulo e seguirono ipotesi complottiste e “noir”. Ora il libro della vaticanista ed editorialista di «Avvenire» Stefania Falsaca, «Papa Luciani. Cronaca di una morte» in uscita da Piemme (pagine 252, euro 17, prefazione del segretario di Stato cardinale Pietro Parolin) fa chiarezza: «È tempo di riavvolgere il nastro della storia. Per ricominciare da lì, dalla fine. Da quegli ultimi stralci di vita in quella sera del 28 settembre 1978». Ecco un brano dell’interrogatorio di suor Margherita Marin, fra le prime a vedere il papa morto, teste ascoltata, su indicazione della Postulazione della Causa di canonizzazione, a Trento il 12 maggio 2009. Il documento integrale, insieme a numerosi altri che fanno definitiva chiarezza sulla morte di papa Luciani, sono pubblicati nel libro di Stefania Falasca.

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L’alcol dei millennials: bevono meno ma prima In evidenza

In terza media tre quarti degli adolescenti hanno già «provato» almeno una bevanda alcolica, ma il 52% non ne beve mai e il 39% solo occasionalmente. Si sapeva già che il «battesimo» dell’alcol in Italia fosse precoce (meno peraltro della media europea), eppure la terza indagine nazionale presentata ieri a Trento dall’Osservatorio permanente su Giovani e alcol e dalla Società italiana di Medici dell’adolescenza svela due tendenze in chiaroscuro: una lenta riduzione dei consumi negli adolescenti (13-14 anni) e una crescente sottovalutazione del rischio; e nella valutazione di questo bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno gioca molto il ruolo dell’ambiente familiare, decisivo anche nell’orientare che cosa, quando e quanto bere. I questionari raccolti tra 1.981 ragazzi sono stati raffrontati dal sociologo Carlo Buzzi, curatore della ricerca per il Dipartimento di Sociologia dell’università di Trento, con due simili indagini del 2012 e del 2015: aumentano i non bevitori e cala la percentuale degli abituali (il 15% beve una volta in settimana).

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Casa Wojtyla In evidenza

Casa Wojtyla – Oratorio di Samaria è un’originale esperienza di fede rivolta alle nuove generazioni. E’ uno spazio ecclesiale, rivolto in particolare a bambini, ragazzi, adolescenti e giovani, dove la comunità cristiana educa le nuove generazioni con gratuità e passione al cuore del vangelo. E’ uno spazio di proposte e di dialogo con la cultura giovanile per ascoltarne fermenti e contraddizioni ed esserne, al contempo, una proposta e una risposta.

Casa Wojtyla è un laboratorio della fede perché luogo di incontro, di fraternità, di preghiera e di amicizia. A Casa Wojtyla c’è sempre qualcuno disposto a prendersi cura degli altri e così farsi promotore dell’incontro con Colui che ha il potere di cambiare la vita.

Il laboratorio della fede racconta di un bisogno estremo di condivisione e di compagnia, di evangelizzazione intesa come grazia di accoglienza, ascolto, dialogo, condivisione, radicalità e progettualità.

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Dalla bufala sui WC alle proteste sul pranzo in chiesa a Bologna In evidenza

Che gioia vederci in tanti in questa casa. Iniziava così domenica scorsa il saluto del Papa ai poveri, circa un migliaio tra cui molti rifugiati e detenuti, invitati a pranzo nella basilica di San Petronio. Un sentimento condiviso da molti, ma non da tutti, se è vero che soprattutto in Rete e sui social, non sono mancate le critiche, anche molto pesanti, alla decisione presa dall’arcidiocesi di Bologna con l’avallo della Santa Sede. Sotto accusa proprio la scelta del luogo, della «casa». Ospitando i tavoli della solidarietà, la chiesa sarebbe stata ridotta a una sorta di banale mensa aziendale, anzi secondo i siti più fieramente contrari al Pontefice, «profanata».

E come spesso succede nei confronti di Francesco, lo dimostrano le recenti accuse di "eresia", i toni si sono fatti subito accesi, trovando facile eco in presunti esperti e polemisti sempre pronti a prenderlo di mira. Così le critiche, che potevano anche essere legittime, si sono in breve ingigantite a dismisura alimentandosi, come nel vecchio gioco del telefono senza fili, di false notizie, bufale o fake news che dir si voglia, a cominciare dalla presunta presenza in Basilica di "bagni chimici". Che naturalmente c’erano, ma altrettanto ovviamente si trovavano fuori dalla chiesa.

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