Commissione “Beatitudini”
EVANGELIZZAZIONE E CATECHESI
Dal Documento dei Vescovi Italiani, Comunicare il vangelo in un mondo che cambia:
“Comunicare il Vangelo è il compito fondamentale della Chiesa. Questo si attua, in primo luogo, facendo il possibile perché attraverso la preghiera liturgica, la parola del Signore contenuta nelle scritture si faccia evento, risuoni nella storia, susciti la trasformazione del cuore dei credenti. Ma ciò non basta. Il vangelo è il più grande dono di cui dispongano i cristiani. Perciò essi devono condividerlo con tutti gli uomini e le donne che sono alla ricerca di ragioni per vivere, di una pienezza della vita.( 32 ). “Lo Spirito Santo opera liberamente, a somiglianza del vento che soffia dove vuole (cf. Gv 3,8) … Ma questo non può affatto deresponsabilizzarci: lo Spirito Santo opera normalmente nel mondo attraverso la nostra cooperazione. Per questo i credenti sono chiamati a vegliare in ogni momento, a custodire la grazia della loro vocazione, a collaborare alla gioia e alla speranza del mondo condividendo la perla preziosa del Vangelo. Ha detto il Signore Gesù: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato?” (Mt 5,13) … L’evangelizzazione può avvenire solo seguendo lo stile del Signore Gesù, il “primo e più grande evangelizzatore”” (n. 33). “Se comunicare il Vangelo è e resta il compito primario della Chiesa, guardando al prossimo decennio … intravediamo alcune decisioni di fondo capaci di qualificare il nostro cammino ecclesiale. In particolare: dare a tutta la vita quotidiana della Chiesa, anche attraverso mutamenti nella pastorale, una chiara connotazione missionaria … favorire, in definitiva, una più adeguata ed efficace comunicazione agli uomini, in mezzo ai quali viviamo, del mistero del Dio vivente e vero, fonte di gioia e di speranza per l’umanità intera” (n. 44). “Abbiamo bisogno di cristiani con una fede adulta, costantemente impegnati nella conversione, infiammati dalla chiamata alla santità, capaci di testimoniare con assoluta dedizione, con piena adesione e con grande umiltà e mitezza il Vangelo. Ma ciò è possibile soltanto se nella Chiesa rimarrà assolutamente centrale la docile accoglienza dello Spirito, da cui deriva la forza capace di plasmare i cuori e di far sì che le comunità divengano segni eloquenti a motivo della loro vita “diversa”. Ciò non significa credersi migliori, né comporta l’esigenza di separarsi dagli altri uomini, ma vuol dire prendere sul serio il vangelo, lasciando che sia esso a portarci dove noi forse non sapremmo neppure immaginare e a costituirci testimoni” (n. 45).
“Solo il continuo e rinnovato ascolto del Verbo della vita, solo la contemplazione costante del suo volto permetteranno ancora una volta alla Chiesa di comprendere chi è il Dio vivo e vero, ma anche chi è l’uomo” (n. 10).
“La radice delle fede biblica sta nell’ascolto, attività vitale, ma anche esigente. Perché ascoltare significa lasciarsi trasformare, a poco a poco, fino a essere condotti su strade spesso diverse da quelle che avremmo potuto immaginare chiudendoci in noi stessi” (n. 13). “Gesù, come ogni figlio d’Israele, ha letto e ascoltato le parole del Dio dei padri, cogliendovi la propria storia e quella del suo popolo” (n. 17).
“Egli è stato anche un ascoltatore attento del suo tempo, capace di valorizzare tutto il bene disseminato in Israele e nella cultura del suo popolo” (n. 20).
“Il primo passo per aprirci al dono della vita è aprire l’orecchio del nostro cuore alla Parola di Dio, è affidarci ad essa, lasciando che la nostra assiduità con Gesù Cristo e con il suo Vangelo illumini e sostenga ogni istante delle nostre esistenze” (n. 27). “Ci metteremo in ascolto della cultura del nostro mondo, per discernere i segni del Verbo già presenti in essa, anche al di là dei confini visibili della Chiesa. Ascoltare le attese più intime dei nostri contemporanei, prenderne sul serio desideri e ricerche, cercare di capire che cosa fa ardere i loro cuori e cosa invece suscita in loro paura e diffidenza, è importante per poterci fare servi della loro gioia e della loro speranza. Non possiamo affatto escludere, inoltre, che in non credenti abbiano qualcosa da insegnarci riguardo alla comprensione della vita e che dunque, per vie inattese, il Signore possa in certi momenti farci sentire la sua voce attraverso di loro” (n. 34).
“Valorizziamo - sia nella vita personale dei credenti sia in quella delle comunità cristiane - la pratica della lectio divina, intesa come continua e intima celebrazione dell’Alleanza con il Signore mediante un ascolto orante delle Sacre Scritture, capace di trasformate i nostri cuori e di iniziare ognuno di noi all’arte della preghiera e della comunione. Più ampiamente, va coltivato l’assiduo contatto, personale e comunitario, con la Bibbia... È nostro modello la Vergine Maria, che accoglie fatti e parole “meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19) e rilegge la sua esistenza mediante immagini e testi della Scrittura (cf. Lc 1,46-55)” (n. 49).
Iniziative:
- Lectio Divina per tutta la Comunità parrocchiale.
- Evangelizzare la Domenica. Eucaristia e festa comunitaria domenicale della famiglia.
- Rivisitazione dei Centri di ascolto. Vita delle Zone: Assemblee di zona. Impegno dei responsabili di zona e dei messaggeri. Scelta di nuovi operatori zonali e nuovi animatori dei gruppi.
- Incontro di formazione degli Animatori dei Centri di Ascolto (il giovedì che precede gli incontri).
- Formazione dei catechisti: date stabilite
- Rivisitazione della Catechesi per i ragazzi e giovani.
- Ritiri per i ragazzi.
- Mandato ai catechisti.
- Aggiornamento della videoteca e biblioteca per i ragazzi.
- Abbonamenti: Catechisti parrocchiali, Catechista, Via Verità e Vita.