Don Primo Mazzolari inserito nel «Giardino dei Giusti»
«Merita il titolo di Giusto per ciò che ha fatto e per quanto rappresenta», spiega con voce sicura il novantenne ebreo Oskar Tänzer la cui vita si è intrecciata con quella di don Primo Mazzolari, il parroco di Bozzolo per il quale è stata autorizzata l'apertura della causa di beatificazione.
Un titolo, chiuso in una pergamena consegnata al presidente della Fondazione don Mazzolari, don Bruno Bignami, a Palazzo Marino sede del Comune di Milano in occasione della Giornata europea dei Giusti. Un maestro di dialogo, come gli altri Giusti, capace di battersi contro l’odio, capace di solidarietà.
Una figura, quella di don Mazzolari che si affianca a cattolici e musulmani di ieri e di oggi che «ci indicano la strada da percorrere», come dice Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, l’associazione internazionale che nel capoluogo lombardo gestisce (con il Comune e l’Unione delle comunità ebraiche italiane) il “Giardino dei Giusti di tutto il mondo” presso il Monte Stella. Tengono alto il nome della dignità umana e sono così tanti che lo spazio non è sufficiente per piantare un albero in nome di ciascuno, anche se quest’anno ne sono stati piantati 5 per Hamadi Ben Abdesslem, Raif Badawi, Lassana Bathily, Etty Hillesum e Pinar Selek.