Storia dal 1998 ad oggi

Tra le varie modalità con cui le Chiese che sono in Italia svolgono la cate­chesi degli adulti, una forma di catechesi abbastanza diffusa è quella che si svolge nei cosiddetti Cenacoli del Vangelo.

I Cenacoli del Vangelo sono gruppi di persone che si radunano nelle case per riscoprire il messaggio cristiano in stretto rapporto con i problemi della vita, per riscoprire la propria identità cristiana e aprirsi alla dimensione comuni­taria della vita cristiana.

I Cenacoli del Vangelo hanno innanzitutto una funzione evangelizzatrice: essi in­tendono aiutare gli adulti ad aprirsi al senso religioso, a riaccostarsi alla parola di Dio, a riflettere e a dialogare sui problemi della vita alla luce della Parola.

Dopo un periodo di rievangelizzazione, i Cenacoli del Vangelo diventano luo­ghi di catechesi, cioè ambiti in cui si approfondiscono i contenuti fondamentali del messaggio cristiano in stretta aderenza al vissuto quotidiano, si promuo­ve nei partecipanti una maggiore coerenza tra fede e vita, si risveglia e si ma­tura il senso di appartenenza e di corresponsabilità ecclesiale e si favorisce l'impegno missionario.

I Cenacoli del Vangelo si caratterizzano per alcune precise scelte metodologiche:

  • si tengono nelle case, anziché negli ambienti parrocchiali, per poter rag­giungere il numero più alto di persone; nelle case infatti si possono avvicina­re anche le persone che non verrebbero mai in chiesa;
  • si tengono nelle case, là dove i membri di ciascuna famiglia si riuniscono, trascorrono momenti lieti e tristi, e dove condividono concretamente i problemi della vita quotidiana;
  • si tengono nelle case perché la parola di Dio non rimanga confinata in luoghi «sacri», ma incroci i problemi delle persone e dell'ambiente e li illumi­ni (cf. Col 3,16);
  • si tengono nelle case per favorire un clima familiare, per avere maggior, possibilità di dialogo e di confronto, per vivere un'esperienza di comunione e di solidarietà;
  • valorizzano la dinamica di gruppo: il piccolo gruppo aiuta le persone a uscire dall'anonimato, a confrontarsi con gli altri sui problemi della vita, a mettersi in discussione, a maturare il senso di appartenenza ecclesiale;
  • valorizzano animatori laici – senza escludere animatori presbiteri e reli­giosi – per promuovere la loro ministerialità nell'evangelizzazione e per favo­rire una correlazione più forte tra il messaggio cristiano ed i problemi concrea della vita quotidiana, di cui il laico di solito ha un'esperienza più diretta (pro­blemi della vita di coppia e di genitori, problemi del lavoro, problemi econo­mici e sociali, ecc.).

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