L’oratorio cuore dell’intera pastorale
L'attività pastorale più significativa fu senza dubbio quella mirata all'educazione e alla formazione dei giovani, in quanto rispondeva al carisma salesiano voluto da Don Bosco. La conduzione del nuovo oratorio si fece sempre più difficile, in quanto il numero dei giovani diventava sempre più numeroso, e il solo don Scuderi non era in grado da solo a gestire la grande opera. Si avvertiva l'esigenza di affiancare al parroco un altro sacerdote, in modo tale da poter equilibrare la mole di lavoro. Il primo aiuto fu offerto da alcuni laici, i quali diedero un contributo notevole all'opera e offrirono al parroco una preziosa cooperazione, questa, poté essere alimentata solo dal provvidenziale arrivo di altri due padri salesiani, don Vincenzo Di Maria e don Pietro Bolognani.
Grazie alla presenza dei due nuovi religiosi si poterono aprire, unitamente alle attività oratoriali, le Scuole serali per giovani ed adulti operai.
A partire dall'esperienza dell'oratorio sorsero numerosissime attività, che costituivano delle forme di attività pastorali. Si ricordano ad esempio la nascita della Conferenza di San Vincenzo dè Paoli, costituita da giovani oratoriani che si occupavano dell'assistenza materiale e della catechesi dei fanciulli poveri, le diverse attività sportive, che permettevano di riunire tantissimi giovani della città, e per finire l'istituzione dello Scoutismo, ad opera di don La Rosa e del prof. Vittorio Stracci.
L'attività dell'oratorio divenne un tutt'uno con la Parrocchia, la quale non era separata dalle attività giovanili. Tutto il complesso e tutte le attività costituivano un unico cammino cristiano per la comunità parrocchiale appena formata.
Da un punto di vista strettamente religioso e legato per lo più alla pietà popolare, vanno menzionate alcune pie pratiche che alimentarono la fede del popolo e la loro devozione alla Vergine Santissima. Sono da ricordare storicamente la Peregrinatio Mariae del 1954, che per un anno riuniva diversi fedeli nelle case di tante famiglie, e ancora, l'introduzione della supplica a Maria Ausiliatrice ogni 24 del mese, già iniziata in passato dal sacerdote diocesano don Sante Gangarelli.
La Parrocchia Sacro Cuore divenne un punto stabile di incontro, di pietà popolare, ma al contempo un centro di interessante collaborazione con il Clero diocesano. Don Scuderi ricorda volentieri nella sua relazione la collaborazione con il Seminario, e precisamente con la persona dell'allora vicerettore mons. Angelo Rizzo, il quale permetteva ai chierici più grandi di insegnare catechismo nell'oratorio.
Come si può apprendere da quanto detto, l'intera pastorale ruotava attorno all'oratorio, luogo che ha formato intere generazioni e presso il quale tantissimi giovani hanno riscoperto la loro fede. La Parrocchia di uomini, si è costituita nel tempo grazie a questa zelante attività e all'opera di tanti fedeli che hanno prestato la loro collaborazione ai sacerdoti presenti.
Volendo utilizzare una terminologia odierna, mi permetto di affermare che la primissima pastorale della Parrocchia Sacro Cuore è stata una pastorale giovanile che però ha allargato i suoi orizzonti e ha raggiunto anche le famiglie, le coppie, gli adulti e tutte le fasce di età. Una pastorale integrata e globale che ha portato avanti la colossale opera salesiana iniziata a partire da quel famoso 1953, anno in cui un semplice sogno di un umile vescovo, divenne una grande e fruttuosa realtà.