Un sogno nel cassetto
La presenza salesiana a Caltanissetta nacque dall'esigenza di realizzare un progetto concreto per l'educazione e la formazione della gioventù nissena, la quale risentiva notevolmente degli effetti devastanti della Seconda Guerra Mondiale. Nella mente di mons. Jacono questa constatazione divenne sempre più una urgenza pastorale, e quale mezzo migliore poteva realizzare tutto ciò se non l'attività e il carisma salesiano di san Giovanni Bosco?
Già nel 1885 don Michele Rua, primo successore di Don Bosco, fece visita alla Sicilia, e tra le località visitate ci fu anche la città di Caltanissetta, dove don Rua lasciò un segno non indifferente nella gioventù del tempo. Probabilmente tale episodio lasciava presagire qualcosa che sarebbe accaduto diversi anni dopo.
L'intuizione e il desiderio del vescovo, a distanza di parecchi anni da quella memorabile visita, era davvero brillante, e trovò buoni consensi anche e soprattutto all'interno del clero diocesano. Nell'idea di mons. Jacono vi era l'edificazione di un grande "Oratorio giovanile" che potesse portare avanti i fini già sopra menzionati. Ma per far partire la grande opera era necessario mettersi in moto prendendo i giusti contatti.
Ebbe inizio così il lungo travaglio che portò alla venuta dei salesiani. Avendo ricevuto il placet dall'Ispettoria, mons. Jacono si mise subito alla ricerca di un terreno utile per la costruzione della casa, senza sapere che la Provvidenza già aveva pensato a tutto. Nella periferia di Caltanissetta era in vendita un villino, che ben presto divenne proprietà del vescovo, e che per anni fu conosciuto sotto il nome di "villino del vescovo". Ma la Provvidenza non si fermò qui. Una donna nobile di nome Palmira Ingrassia Lanzirotti, decise di donare al vescovo diocesano la propria eredità allo scopo di costruire un Oratorio per i giovani da dedicare al Sacro Cuore di Gesù. A tale donazione si aggiunse quella del Cav. Michele Curatolo, che lasciò tutti i suoi beni al vescovo, allo scopo di portare avanti il suo progetto e di provvedere all'educazione dei giovani.
Correva l'anno 1953, ed esattamente il 29 settembre, festa patronale di San Michele Arcangelo, quando finalmente giunse a Caltanissetta il primo padre salesiano che ebbe l'oneroso incarico di dare avvio all'opera e di proseguire i lavori, nella struttura ancora allo stato rustico. Il religioso si chiamava don Vincenzo Scuderi, che aveva sulle spalle una lunga esperienza missionaria svolta in India, e il quale, inoltre, non perse tempo e si mise subito al lavoro.
Il 3 novembre del 1953, data in cui ebbe inizio ufficialmente l'attività oratoriana, il sogno divenne finalmente realtà.