Concluso il Sinodo dei Giovani In evidenza
Iniziato il 3 ottobre scorso il Sinodo dei giovani si è concluso con la Messa presieduta dal Papa domenica 28 ottobre alle 10 nella Basilica Vaticana. È stato il giorno della “Lettera del Sinodo ai giovani di tutto il mondo” che punta a sollecitare e incoraggiare ogni ragazzo, proponendogli basi solide con cui rafforzare la sua speranza e ricordandogli che la Chiesa cammina sempre insieme a lui.
I lavori veri e propri però si sono conclusi il 27 ottobre. È stata una giornata molto intensa, con al mattino la 21ª Congregazione generale e la lettura della relazione finale mentre nel pomeriggio il programma prevedeva la 22ª Congregazione generale e l’esame del documento finale che è stato votato paragrafo per paragrafo. Nel testo si trova la sintesi degli interventi, delle discussioni, dei contributi giunti da tutti i partecipati all'assise. Un impegno collettivo che i numeri sono in grado di riassumere solo in parte. In ogni caso i dati statistici aggiornati a ieri parlano di 240 padri sinodali e di 32 uditori partecipanti alle Congregazioni per la discussione dell’Instrumentum laboris cui vanno aggiunti gli interventi liberi di 69 padri sinodali e di 13 uditori
E proprio gli uditori, “categoria” in cui rientrano i giovani presenti ali lavori, hanno voluto ringraziare il Papa dell’attenzione dedicata alle attese, ai dubbi, alle paure e alle speranze dei ragazzi di tutto il mondo. L’hanno fatto con una lettera in cui sottolineano la loro vicinanza al Pontefice. «Desideriamo dirti che siamo con te e con tutti i vescovi della nostra Chiesa – scrivono –, anche nei momenti di difficoltà». Nella missiva i ragazzi sottolineano poi di «condividere il sogno di una Chiesa in uscita, aperta a tutti soprattutto ai più deboli, una Chiesa ospedale da campo. Siamo già parte attiva» – aggiungono – di questa comunità «e vogliamo continuare a impegnarci concretamente per migliorare le nostre città e scuole, il mondo socio-politico e gli ambienti di lavoro, diffondendo una cultura della pace e della solidarietà e mettendo al centro i poveri, in cui si riconosce Gesù stesso». «Il mondo di oggi, che presenta a noi giovani opportunità inedite insieme a tante sofferenze, ha bisogno di nuove risposte e di nuove energie d’amore. Ha bisogno di ritrovare la speranza – prosegue la lettera – e di vivere la felicità che si prova nel dare più che nel ricevere, lavorando per un mondo migliore».
Da Avvenire.it