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L'Album delle figurine Santini In evidenza

Dopo l’album delle figurine dei calciatori e degli animali è arrivato «l’Album delle figurine Santini». L’originale idea è venuta in mente a don Roberto Fiscer, viceparroco della chiesa di San Martino d’Albaro, a Genova, e fondatore di Radio fra le note, l’emittente ideata e fondata alcuni anni fa nell’oratorio parrocchiale che attualmente trasmette in streaming e sul canale 702 del digitale terrestre ma il cui obiettivo è di poter arrivare a trasmettere in FM. «L’idea dell’album – ha spiegato don Fiscer – è nata stando con i ragazzi. I nostri idoli sono i santi per cui abbiamo pensato di creare qualcosa che potesse piacere ai bambini ed ai ragazzi e che potesse aiutarli a fare conoscere loro alcune delle figure più significative per la Chiesa».

L'album è composto di 33 figurine, un numero che da una parte riporta alla memoria gli anni di Cristo e, dall'altra, coincide con quello di tre squadre schierate in campo. Anche i santi scelti sono significativi: figure, forse più tradizionali, come padre Pio, santa Lucia, san Giovanni Bosco, sono insieme a Madre Teresa, Massimiliano Kolbe, Chiara Luce Badano e padre Pino Puglisi.

Come funziona la raccolta dell'Album delle figurine santini?
Le figurine verranno distribuite a Messa e al catechismo e saranno in edizione limitata proprio per invitare i ragazzi allo scambio per completare la raccolta. «Con il ricavato delle offerte – spiega ancora l’ideatore dell’album – vogliamo finanziare la radio parrocchiale e le attività pastorali dell’oratorio e della parrocchia». «Abbiamo anche pensato di lasciare lo spazio per una figurina vuota – ha affermato ancora don Roberto Fiscer – perché ciascun bambino possa incollare una sua foto. Il nostro obiettivo, infatti, è spiegare loro che non ci sono solo i santi riconosciuti dalla Chiesa perché anche ciascuno di noi può diventare santo». La prima tiratura è stata di alcune centinaia di copie per poter essere distribuita a tutti i bambini che frequentano il catechismo e la parrocchia e per soddisfare le richieste che già iniziano ad arrivare da altre parrocchie, dai responsabili di gruppi ecclesiali, da alcuni catechisti e tramite i social network.

Da «Avvenire» 8 marzo 2016

 

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